L’amore che sento è lui che mi brama, che mi lascia pensare che sia vano aspettarlo, perché non c’è futuro nell’amore che sento, ma solo un presente che nutre l’attesa, che oggi domani posso ancora vederlo, quando in segreto fa cenno con gli occhi, lungo la strada dove curva il tramonto. Che pazza che sono! Mi gonfio e m’illudo che le chiome di pini, che scorrono lente che corrono storte, possano ogni giorno indicargli la tana, che ogni giorno abbellisco rassetto e profumo, lavo e risciacquo perché sia pronta e pulita. La pettino felice davanti allo specchio, perché non sia mai come quell’altra, vecchia e disfatta slabbrata nel letto, una specie di sfogo da tappare di notte, un buco di carne che scomposto si offre.
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